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Color grading di Stranger Things

Ti sei mai chiesto che tipo di lavoro ci sia stato dietro la color grading di Stranger Things?

Con tre stagioni uscite e una quarta in produzione, Stranger Things è ormai dal 2016 entrata nel cuore di tanti spettatori giocando sull’effetto nostalgia.

Ambientata negli anni ’80, la serie Netflix evoca un preciso momento storico-culturale facendo leva su un immaginario ben impresso nella memoria collettiva grazie anche alla color grading.

I creatori dello show, i fratelli Duffer, hanno infatti pensato la color grading di Stranger Things dell’intera serie rifacendosi a moltissimi classici cinematografici usciti in quel periodo. 

Una scelta che, oltre a essere un omaggio, è anche una dichiarazione di intenti. 

Basti dare un’occhiata al poster della prima stagione oppure al video qui in basso. 

Nella clip vengono messe a confronto in split-screen alcune sequenze della serie a quelle di film di culto come Incontri ravvicinati del terzo tipo, I Goonies oppure E.T. – L’extraterrestre, di cui per esempio viene ripresa la famosa scena delle biciclette.

Non caso è proprio grazie a Stranger Things se negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio revival degli anni ’80. Al cinema e non solo.

In questo articolo scopriremo perché la color grading di Stranger Things è stata così importante per il risultato finale complessivo.

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tonalià colore

Il look nasce durante le riprese

Per ottenere questo risultato la produzione di Stranger Things ha lavorato singergicamente su due fronti: quello dell’acquisizione delle immagini e quello della post-produzione, in particolare la color grading.

Come saprai, scegliere di effettuare delle riprese in un modo piuttosto che in un altro incide notevolmente sul lavoro del colorista e in tutta la post-produzione. 

Quest’ultima fase è fondamentale, ma è compito del regista ottenere una buona ripresa direttamente sul set.

Stranger Things è stata infatti girata con una Red Epic Dragon dotata di lenti Leica Prime.

Una scelta che ha permesso a Skip Kimball di colorare il girato in Technicolor avvicinandosi in modo sorprendente al look dell’immagine degli anni ’80.

Il risultato a cui si giunge ricorda molto quello che si può ottenere con un girato su pellicola (una scelta che la produzione non ha affrontato, probabilmente per ragione di costi), grazie anche all’aggiunta di uno strato di grana scansionata 35mm all’immagine.

Questo ha permesso di lavorare sul colore e sull’illuminazione con uno stile esplicitamente pensato per imitare un certo stile cinematografico. 

Pensiamo, ad esempio, alle riprese notturne in esterni come quella in cui Mike, Lucas e Dustin incontrano Eleven nel bosco.

Vi sono tre elementi a cui si è prestata massima attenzione per ottenere il risultato finale: gamma dinamica, tavolozza dei colori e separazione.

Aumentare la gamma dinamica dell’immagine è uno step molto importante per arrivare a un look di questo tipo.

L’ideale sarebbe girare in RAW, ma è possibile sfruttare LOG o Cinestyle come valide alternative.

Color palette e breakdown del look

Il colore va a descrivere o a suggerire delle emozioni, un aspetto che gli addetti ai lavori chiamano “psicologia dei colori”.

Capirai perciò che nella color grading è molto importante essere coerenti. 

Se una determinata color palette è stata utilizzata in riferimento a un ambiente e/o personaggio sarebbe meglio non sfruttarla altrove.

Ciò potrebbe creare confusione nello spettatore, sia a livello visivo che di significati.

Per esempio, come puoi vedere nella foto, gli interni della casa di Mike e i personaggi al suo interno sono sempre rappresentati con colori caldi che virano dall’arancione al marrone – persino nelle circostante più terribili. 

L’obiettivo dei registi in questo caso è quello di suggerire l’idea di un contesto sicuro, di un’unione familiare solida. 

Non è lo stesso per la casa di Will, che invece viene ripresa con toni più spenti, soprattutto a seguito della sua sparizione. 

Quando invece siamo nel laboratorio di Hawkins le immagini assumono dei toni freddi: un contrasto netto rispetto al calore della casa di Mike, non a caso il personaggio con cui Eleven legherà di più nel corso della storia.

Questa scelta va infatti a enfatizzare il senso di alienazione della ragazzina, in particolare durante gli esperimenti in acqua. A tal proposito è interessante soffermarci su un dettaglio che potrai vedere in foto.

I colori freddi vengono attenuati leggermente da toni di arancione e verde acqua che fanno risaltare la pelle, dando all’immagine un tocco più realistico. 

Un dettaglio che non sarebbe stato possibile ottenere negli anni ’80, ma che impreziosisce l’immagine rendendola non solo vintage ma anche potente. 

Un ultimo esempio che vogliamo fare riguarda i colori utilizzati nelle sequenze ambientate al liceo che sembrano provenire direttamente da film come Peggy Sue si è sposata.

Per suggerire un’idea di normalità il colorist ha infatti scelto delle tinte pastello abbinate a un buon livello di nero, che a loro volta si sposano con il guardaroba e il trucco degli attori.

Quest’ultimo è un aspetto da non sottovalutare mai per il color grading, già durante le riprese.

In fase di lavorazione il regista dovrebbe quindi avere abbastanza chiara l’immagine che vuole ottenere con la color grading e di conseguenza pianificare anche il colore dei costumi, del trucco e dell’arredamento. 

In Stranger Things la tavolozza è composta prevalentemente da marroni e verdi acqua, con qualche accenno di rosso.

Ecco perché in questo contesto non abbiamo visto (e non vedremo mai) un personaggio con un vestito rosa shocking piuttosto che con una maglietta verde brillante. 

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